“Meu Nome è Gal” di Dandara Ferreira e Lô Politi al 26° Festival del Cinema Brasiliano a Parigi
Antonella Rita Roscilli
Locandina del Film
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

                                                                                                                                     NuoviPercorsi/Sarapegbe, 2 aprile 2024
La 26a edizione del Festival del Cinema Brasiliano a Parigi si conclude oggi, 2 aprile. Chiude in bellezza con una proiezione d’eccezione: “Meu nome è Gal” , diretto da Dandara Ferreira e Lô Politi. Il film nasce come omaggio alla cantante brasiliana Gal Costa, considerata da Maria Bethânia "la voce più bella dell'universo", con cinque candidature al Latin Grammy. L’opera cinematografica giunge per la prima volta in Europa dopo essere stato proiettata in decine di cinema brasiliani ed aver debuttato in anteprima mondiale il 3 ottobre 2023 al cinema “Glauber Rocha” di Salvador Bahia.
                                         
                                                L'attrice Sophie Charlotte a sinistra. A destra Gal Costa
Il film di Dandara Ferreira e Lô Politi era ancora in fase di completamento quando Gal Costa morì, nel novembre 2022. Aveva 77 anni. Dopo la sua morte, le due registe apportarono alcune modifiche. Il film biografico è arrivato al pubblico con una armonia ed energia quasi palpabili che hanno unito tutti coloro che vi hanno lavorato. Si è trasformato in un tributo profondo alla cantante brasiliana dalla voce di usignolo. 

“Meu nome è Gal” racconta gli inizi della vita artistica della timida giovane Maria da Graça Costa Penna Burgos (Gracinha), che all’età di 21 anni lascia Salvador Bahia per Rio de Janeiro, per diventare Gal Costa. Copre un arco temporale che giunge fino al 1972, quando debuttò lo spettacolo “Fa-Tal”, e brilla di fronte alla grandezza della musica popolare brasiliana della fine degli anni '60.
                                                     
                                                    L'equipe intera del film. Salvador Bahia. Cine Glauber Rocha.
                                                                          Foto di A.R.R.

Una trama avvincente che presenta le disavventure dell'artista di fronte alle difficoltà affrontate in una società conservatrice all'inizio della dittatura militare, con il suo bagaglio musicale misto di MPB, bossa nova e chitarra elettrica. Dal film emerge la determinazione di uno dei personaggi più importanti della “Tropicália”, con le sue paure mescolate a una grande forza, che fu in grado di provocare una rivoluzione estetica e comportamentale, trasformando una intera generazione di donne.  

Ricordiamo che il “Tropicalismo” fu un progetto impegnativo di contro-cultura. Ideato da diversi personaggi, venne portato avanti da Rogério Duarte, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Tom Zé, José Carlos Capinan, Torquato Neto e tanti altri. Si presentò come avanguardia necessaria alla ricerca di radici nel contesto moderno, atte a rivoluzionare l'ingessata scena musicale brasiliana. Parallelamente ritroviamo l' impegno politico costante da parte di quegli artisti che considerarono l’arte come mezzo, il che portò molti di loro ad avere seri problemi con la dittatura brasiliana.

Gal vista da Dandara Ferreira e Lô Politi si situa tra il desiderio di cantare, di rendere pubblica la sua voce cristallina, e la sfida di inserirsi in un contesto storico segnato da un'estrema violenza politica. L’arresto di Caetano e Gil indussero Gal a prendere coraggio e a diventare portavoce di ciò che restava del movimento.
                                           
       L'attrice Sophie Charlotte. Anteprima mondiale del film.Salvador Bahia,Brasile.Cinema Glauber Rocha. Foto di A.R.R.                        
Protagonista è l’attrice brasiliana Sophie Charlotte, che interpreta Gal Costa calandosi nei suoi panni in maniera impeccabile: incanta conquistando cuore e mente dello spettatore, mentre Rodrigo Lélis lo è altrettanto nei panni di Caetano Veloso, grande amico di Gal. Viene fuori la creatività e la determinazione di questo artista nel voler andare avanti coraggiosamente con il movimento che avrebbe rivoluzionato la musica brasiliana. 
 
Sophie Charlotte ha affermato: "Fare questo film è la mia danza di reverenza a Gal e a tutti quegli artisti che hanno reso quel periodo in Brasile un momento di resistenza, di lotta attraverso l’arte e la gioia". L'attrice  sottolinea che la produzione, diretta dal duo Dandara Ferreira e Lô Politi, mostra la “fioritura da Gracinha a Gal Costa”, parallelamente all'articolazione artistica e politica dei compagni di uno dei movimenti culturali più emblematici del paese. “Il coraggio era una parola centrale nella sua vita, così come lo era la libertà. […] Era necessario comprendere la rivoluzione dei costumi, capire cosa significasse essere artista in mezzo ad una dittatura militare così violenta e poter piantare la bandiera della libertà, dell’amore, nelle Dune (Dunas da Gal, a Ipanema), nelle sabbie di Rio. […] Lei è la voce cristallina, lei è quella onorata. Il mio desiderio era che venisse sottolineato e venisse dal cuore”.

Nel film sono presenti le persone che a Rio de Janeiro fecero parte della vita di Gal Costa in quegli anni. E, infatti, si pone al centro anche l’amicizia, la solidarietà e l’unione in un gruppo di giovani artisti che lottavano contro l’oppressione della dittatura e sognavano un futuro migliore.

"Il clima è teso in tutto il Paese": così viene ricordata la preoccupazione di Mariah Costa Penna (la madre di Gal), interpretata da una splendida Chica Carelli, nello stralcio di una lettera che scrisse alla figlia. Preziosi spezzoni tratti dagli Archivi storici documentano varie azioni della cosiddetta “Sicurezza Nazionale” nelle strade di Rio de Janeiro, mescolandosi alla ricostruzione della vita quotidiana del “Solar da Fossa”. Era questo un punto di riferimento di Gal che lì incontrava gli amici. Doveroso ricordare gli altri personaggi e attori del cast, quali Gilberto Gil (Dan Ferreira), Dedé Gadelha (Camila Mardila), l'uomo d'affari Guilherme Araújo che diventerà l’ impresario di Gal Costa (nell’ottima interpretazione di Luis Lobianco), Torquato Neto (Cláudio Leal), il poeta Waly Salomão (George Saoma) Jards Macalé (Guilherme Barroso), Rogério Duarte (Caio Scot), Tom Zé (Pedro Meirelles), Miranda (Fábio Assunção) e altri.  

Nello sviluppo della trama, Gal si rivela come una "farfalla in procinto di uscire dal bozzolo", come decretato da Araujo che credette sempre in lei. E così sarà. Il film presenta la sua timidezza, il dolore di una donna giovane che vive la dittatura, l'allontanamento dei suoi amici più cari perseguitati, e giunge fino alla determinazione di voler essere, di voler gridare la Libertà sul palco.

Inevitabilmente, nel film si parla del Brasile sotto la dittatura militare iniziata nel 1964: la finzione filmica si alterna, in alcuni momenti, a scene della violenta repressione, e questo induce il pubblico alla riflessione, a fare i conti con un lungo periodo buio nella Storia, di cui il Brasile, a differenza dell’Argentina e del Cile, ancora fatica a parlare e, forse, non ha fatto realmente i conti con essa. Si tratta quindi di un film necessario per il ricongiungimento che promuove con quel  Brasile, intriso di bellezza, ma anche di tanta violenza.

La scena della registrazione di Baby, canzone di Caetano Veloso, è toccante, come lo sono tante altre nel film. Sophie Charlotte in una intervista ha detto: “Ci vuole molto coraggio per salire su un palco televisivo, nel mezzo di una dittatura, e cantare Dobbiamo essere vigili e forti, non abbiamo tempo per temere la morte". N
el suo Divino Maravilhoso Gal esplode coraggiosamente con un grido di Libertà contro la censura 

Anche con questo pezzo, con la sua voce unica, la sua trasgressione e un coraggio ineguagliabile, Gal Costa si è affermata per l’eternità nell’olimpo delle più grandi cantanti brasiliane. “Meu nome è Gal” le rende giustizia, un omaggio che, speriamo, possano presto applaudire tutti i suoi fans in Europa. Ancora la ricordiamo a Roma, nel 1983, quando la sua bellezza, i suoi movimenti e il suo canto conquistarono il pubblico di “Bahia de todos os Sambas”, la manifestazione organizzata da Gianni Amico. 

La serata del 2 aprile a Parigi si conclude con un omaggio musicale nella festa di chiusura con l'artista Marcia Grandini che canterà i grandi successi di Gal Costa e metterà in risalto le ricchezze musicali di Bahia.
                                                
   
                                                 Logo del Festival del Cinema Brasiliano a Parigi
Ricordiamo che questa 26ª edizione del Festival del cinema brasiliano, al cinema l’Arlequin di Parigi dal 26 marzo al 2 aprile, organizzato come sempre dall’Associazione “Jangada” ha voluto omaggiare l’attore Antônio Pitanga, figura importante del cinema brasiliano che ha lavorato in più di 70 film, e nella sua lunga carriera ha collaborato con registi come Glauber Rocha, personaggio centrale del “Cinema Novo”:
                                                
Tra i 30 film e documentari, oltre a documentari e film dedicati, per esempio, a Dorival Caymmi e all’evento della Lavagem de la Madeleine a Parigi, in occasione del suo ventennale, tra le altre importanti proiezioni  vogliamo ricordare "Utopia Tropical" de João Amorim, documentario basato sulla conversazione tra il linguista Noam Chomsky e il diplomatico e ex ministro degli Affari Esteri Celso Amorim: uno sguardo critico sull’ascesa dei regimi di destra nell’America Latina degli ultimi anni. E poi il documentario “A Invenção do outro” di Bruno Jorge, che vuole ricordare l’antropologo e indigenista Bruno Pereira, barbaramente assassinato in Brasile nel 2022, nella valle do Javari, e divenuto il simbolo della protezione dell’Amazzonia e dei suoi abitanti. .

Ricordiamo, infine, che il Festival del Cinema Brasiliano non finisce a Parigi e si sposterà poi a Bordeaux dove sarà realizzato per la prima volta dal 30 maggio al 2 giugno 2024.   



© SARAPEGBE.                                                          
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi pubblicati nella rivista senza l’esplicita autorizzazione della Direzione  
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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

“Meu Nome è Gal” de Dandara Ferreira e Lô Politi no 26° Festival do Cinema Brasileiro de Paris.
Por
Antonella Rita Roscilli


                                                         
 
                                                                                                                                       NuoviPercorsi/Sarapegbe, 2 aprile 2024
A 26ª edição do Festival de Cinema Brasileiro de Paris termina hoje, 2 de abril. Encerra com “chave de ouro”, com uma exibição excepcional: “Meu nome è Gal”,  dirigido por Dandara Ferreira e Lô Politi. O filme nasceu como homenagem à cantora brasileira Gal Costa, considerada por Maria Bethânia “a voz mais linda do universo”, com cinco indicações ao Grammy Latino. A obra cinematográfica chega pela primeira vez à Europa depois de ter sido exibida em dezenas de cinemas brasileiros, e em pré-estréia mundial, no dia 3 de outubro de 2023, no cinema “Glauber Rocha” de Salvador Bahia.

O filme ainda estava em fase de finalização quando Gal Costa faleceu, aos 77 anos, em novembro de 2022. Após sua morte, as duas diretoras fizeram algumas mudanças e a cine biografia chegou ao público com uma energia quase palpável, que uniu a todos os que trabalharam nesse projeto. Tornou-se uma profunda homenagem a essa cantora com voz de rouxinol. 

“Meu nome é Gal” conta o início da vida artística da tímida Maria da Graça Costa Penna Burgos (Gracinha), que aos 21 anos saiu de Salvador Bahia rumo ao Rio de Janeiro, para se tornar Gal Costa, e chega a 1972, quando estreou o espetáculo “Fa-Tal”, brilhando diante da grandeza da música popular brasileira do final da década de 1960.
A trama apresenta as desventuras de uma mulher artista diante das dificuldades enfrentadas em uma sociedade conservadora no início da ditadura militar. Traz consigo a determinação de um dos personagens mais importantes da “Tropicália”, com seus medos misturados a muita força, e que causou uma revolução estética e comportamental em toda uma geração de mulheres.
                                             
O “Tropicalismo” foi um projeto desafiador e de contra-cultura, idealizado por diversas pessoas. No campo artístico foi levado à frente por Rogério Duarte, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Tom Zé, José Carlos Capinan, Torquato Neto e tantos outros. Apresentou-se como uma vanguarda necessária, à procura de raizes dentro de um contexto moderno, para revolucionar o engessado cenário musical brasileiro da época. Ao mesmo tempo encontramos um constante compromisso político destes artistas que consideraram a arte como ferramenta, o que levou muitos deles a enfrentar sérios problemas com os representantes da ditadura brasileira.

Gal Costa, vista por Dandara Ferreira e Lô Politi situa-se entre a vontade de cantar, de tornar pública sua voz cristalina, e o desafio de se enquadrar em um contexto histórico marcado por uma extrema violência política. Afinal, foi a prisão de Caetano e Gil  que levou Gal a tomar coragem e a se tornar porta-voz do que restava do movimento.
                                               
                                            L'attrice Sophie Charlotte all'anteprima mondiale del film. Salvador Bahia. Cine Glauber Rocha.
                                            Foto di A.R.R.

A atriz brasileira Sophie Charlotte interpreta Gal Costa mergulhando no papel de forma impecável: no papel de Gal ela encanta, conquistando o coração e a mente do espectador. O ator Rodrigo Lélis consegue fazer o mesmo, no papel de Caetano Veloso, grande amigo de Gal. Vem à tona a determinação deste artista em avançar com coragem naquele movimento que revolucionaria para sempre a música brasileira.
 
Sophie Charlotte afirmou: “Fazer este filme é minha dança de reverência a Gal e a todos os artistas que fizeram daquele período no Brasil um momento de resistência, de luta pela arte e pela alegria”. A atriz destaca que a produção, dirigida pela dupla Dandara Ferreira e Lô Politi, mostra o “desabrochar de Gracinha a Gal Costa”, paralelo à articulação artística e política dos companheiros de um dos movimentos culturais mais emblemáticos do país: “Coragem foi uma palavra central em sua vida, assim como liberdade. […] Foi preciso entender a revolução dos costumes, entender o que significava ser artista em meio a uma ditadura militar tão violenta e poder fincar a bandeira da liberdade, do amor, nas Dunas (Dunas da Gal, em Ipanema), nas areias do Rio. […] Ela é a voz cristalina, ela é a homenageada. Meu desejo era que fosse sublinhado e viesse do coração."

O filme apresenta pessoas que fizeram parte da vida de Gal Costa naqueles anos, no Rio de Janeiro. Na verdade, é também um filme que destaca a amizade, a solidariedade e a união de um grupo de jovens artistas que, através da arte, lutaram contra a opressão da ditadura e sonharam com um futuro melhor. 

“O clima está tenso em todo o país”: é assim que se relembra o pensamento de Mariah Costa Penna (mãe de Gal), interpretada pela esplêndida Chica Carelli,  em um trecho da carta que ela escreve para a filha. Destacamos os trechos documentais, retirados do Arquivo histórico, sobre as diversas ações da chamada “Segurança Nacional” nas ruas do Rio de Janeiro, que se alternam à reconstrução ficcional do cotidiano do “Solar da Fossa”. 
                                                 
                                L'equipe completa del film.Anteprima mondiale. Salvador Bahia.Cine Glauber Rocha.
                                            Foto di A.R.R.

É necessário lembrar os demais personagens e atores do elenco, como Gilberto Gil (Dan Ferreira), Dedé Gadelha (Camila Mardila), o empresário Guilherme Araújo que se tornará empresário de Gal Costa (na excelente interpretação de Luis Lobianco), Torquato Neto (Cláudio Leal) , o poeta Waly Salomão (George Saoma) Jards Macalé (Guilherme Barroso), Rogério Duarte (Caio Scot), Tom Zé (Pedro Meirelles), dr. Miranda (Fábio Assunção) e outros.

No desenvolvimento da trama, Gal revela-se tal qual uma “borboleta prestes a sair do casulo”, conforme uma frase dita por Araujo que sempre acreditou nela. E assim será. O filme apresenta a sua timidez, a dor densa de uma jovem que vivencia a ditadura, a privação dos amigos perseguidos, até a determinação de querer ser, de querer gritar a  Liberdade no palco.

Inevitavelmente, o filme fala sobre o Brasil sob a ditadura militar iniciada em 1964: a ficção fílmica alterna, em alguns momentos, cenas da repressão violenta, e isso pode levar o público a refletir sobre um longo período sombrio da História do país sul-americano, com a própria historia, sobre a qual o Brasil, ao contrário da Argentina e do Chile, ainda não consegue falar muito para superar “o luto”,  em nome sempre do “esquecimento”. Portanto, esse é um filme necessário também por isso, pelo reencontro que promove com o Brasil, com a sua beleza, mas também com a sua história violenta.

A cena da gravação de Baby, linda música de Caetano Veloso, é comovente, assim como muitas outras do filme. Sophie Charlotte continuou na entrevista: “É preciso muita coragem para subir num palco de televisão, no meio de uma ditadura, e cantar Devemos estar vigilantes e fortes, não temos tempo para temer a morte”. E Gal explode corajosamente com esses gritos de dor e liberdade contra a censura em seu Divino Maravilhoso

“Meu nome è Gal” faz-lhe justiça. Se espera que os fãs da cantora em toda a Europa possam aplaudí-lo. Ainda lembramos de Gal Costa em Roma em 1983, quando sua beleza, seus movimentos e seu canto conquistaram o público do “Bahia de todos os Sambas”, evento organizado por Gianni Amico. 

A noite do dia 2 de abril em Paris terminarà com uma homenagem musical na festa de encerramento com Marcia Grandini que cantará grandes sucessos de Gal Costa e destacará as riquezas musicais da Bahia. 
                                                           
                                                           Logo del Festival del Cinema Brasiliano di Parigi
Lembramos que esta 26ª edição do Festival de Cinema Brasileiro, no cinema Arlequin, em Paris, de 26 de março a 2 de abril, organizada como sempre pela Associação "Jangada", quis homenagear o ator Antônio Pitanga, importante personagem do cinema brasileiro que trabalhou em mais de 70 filmes, e em sua longa carreira colaborou com diretores como Glauber Rocha, figura central do “Cinêma Novo”.

Entre os 30 filmes e documentários, além de documentários e filmes dedicados, por ex., a Dorival Caymmi e à Lavagem de La Madeleine em Paris, por ocasião do seu vigésimo aniversário, entre outras exibições importantes gostaríamos recordar "Utopia Tropical" de João Amorim, documentário baseado na conversa entre o lingüista e Noam Chomsky e o diplomata e antigo Ministro das Relações Exteriores Celso Amorim: um olhar crítico sobre a ascensão de regimes de direita na América Latina nos últimos anos. E depois o documentário “A Invenção do outro” de Bruno Jorge, que quer relembrar o antropólogo e indigenista Bruno Pereira, barbaramente assassinado no Brasil em 2022, no vale do Javari, e que se tornou o símbolo da proteção da Amazônia e de seus habitantes . .

Por fim, gostaríamos destacar que o Festival de Cinema Brasileiro não para por aqui e seguirá para a cidade de Bordeaux, onde será realizado pela primeira vez de 30 de maio a 2 de junho de 2024.
 
 

© SARAPEGBE.                                                          
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi pubblicati nella rivista senza l’esplicita autorizzazione della Direzione 

Traduzione in portoghese di A.R.R.